Conosciamole meglio, la giovanissima play Viola Cini

Il campione italiano Valerio Vermiglio descrive il proprio ruolo di palleggiatore “Il momento in cui tutto attorno a te sparisce… Il momento in cui accarezzi la palla… Il momento in cui palleggi.” Lo sarà anche per la giovanissima palleggiatrice Viola, classe 2005 e segno zodiacale pesci?

Chi ti ha spinto ad iniziare a giocare a pallavolo?

Da piccola vedevo sempre mia cugina giocare a pallavolo con mia zia, spesso mi invitavano a giocare e anche se non sapevo giocare mi divertivo molto. Quando alle elementari alcune mie amiche iniziarono ad avvicinarsi a questo sport ne approfittai per provare anche io. Bastarono solo pochi allenamenti per appassionarmi.

Che cosa ti piace di più, e cosa meno, del tuo ruolo di play?

Quello che mi piace di più del mio ruolo è poter decidere come organizzare il gioco, pensare a chi dare la palla, quindi analizzare il gioco e avere sempre la prossima mossa in mente. Quello che invece mi piace di meno è la precisione che richiede questo ruolo. Infatti, anche un minimo errore può mettere in difficoltà l’intera squadra.

Quali sono stati, per ora, il momento più bello e il momento più difficile della tua carriera?

Il momento più bello è stato senza dubbio quando io e le mie compagne di squadra abbiamo vinto il campionato, è stato molto emozionante e gratificante, aver vissuto questo momento con le persone che mi hanno sempre accompagnata in questo percorso lo ha reso ancora più speciale. Quello più difficile invece è stato il periodo appena trascorso, in cui non mi sono sentita parte integrante e fondamentale del gruppo e questa situazione mi ha addirittura portato a pensare di smettere con la pallavolo. La consapevolezza di non provare più le stesse emozioni in campo è stato un colpo difficile da digerire, ma fortunatamente è bastato allontanarmi da certi ambienti per ritrovare quella serenità.

Come affronti le ore che precedono una partita importante?

Prima di una partita importante cerco di non stravolgere la mia solita routine, evito di stancarmi inutilmente e cerco di iniziare a concentrarmi per la partita.

Quali sono, secondo te, i pregi e i difetti dell’essere un palleggiatore?

Penso che il pregio e il difetto dell’essere un palleggiatore sia lo stesso, cioè la grande responsabilità di questo ruolo. Essere un palleggiatore infatti richiede essere sempre concentrato, conoscere le proprie compagne e le tecniche di gioco avversario, bisogna pensare molto e non agire di istinto. Per quanto sia importante per me essere un palleggiatore a volte sento una grande responsabilità sulle spalle ed è impegnativo restare sempre lucidi.

Quali sono, secondo te, le caratteristiche che distinguono la pallavolo da tutti gli altri sport?

La pallavolo non insegna solo tecnica ma ti insegna anche a crescere, a rapportarti con gli altri, e a sacrificarti. È un mondo in cui divertimento e realtà si incontrano e questa penso sia la grande differenza tra la pallavolo e gli altri sport.

Se non fossi diventata una pallavolista, che cosa ti sarebbe piaciuto fare nella vita?

Se non fossi diventata una pallavolista mi sarei cimentata comunque in un altro sport perché l’attività fisica è una delle mie più grandi passioni, avrei però ritagliato del tempo anche per altre attività come la fotografia.

Quali canzoni, o generi musicali, non possono mancare nella tua playlist per prepararti alla gara?

Nella mia playlist non possono mancare canzoni pop e rock che danno la giusta carica per iniziare un nuova partita.

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